AVVENNE A PENTONE

Sulle origini di Pentone non si hanno documenti o testimonianze attendibili.

Sorto intorno al 1100, come Casale di Taverna di cui seguì le vicende feudali. Nel XII sec. passò ai Ruffo di Catanzaro fino al 1464.

Splendida di eroismo e di sangue la pagina che Pentone scrisse durante l’occupazione francese del 1807-08; sono ricordi di orgoglio e commozione episodi che testimoniano la fierezza dei pentonesi, il coraggio e l’amore che trovano tragico riscontro nelle condanne a morte che si ebbero in Pentone ad opere dalla commissione militare francese di Catanzaro; infatti, furono impiccati o fucilati: Arcangelo Marino, Antonio Marino, Antonio Tarantino e don Vincenzo Loprete.

L’ordinamento amministrativo disposto dai Francesi con legge 19 gennaio 1807 lo riconosceva luogo ossia "università" nel cosiddetto Governo di Taverna. Il successivo riordino disposto per decreto 4 maggio 1811, istitutivo dei comuni e dei circondari, lo retrocedeva a frazione o villaggio di Fossato nel circondario di Taverna. Veniva rielevato a Comune Autonomo dai Borboni con la legge 1 maggio 1816 in virtù della quale la Calabria veniva riordinata su tre province mediante l’istituzione di quella nuova di Reggio; in seguito a ciò probabilmente furono annessi al comune di Pentone le frazioni denominate: S. Elia, Scoppolise, Visconte,

Nel periodo del Risorgimento i Pentonesi risentirono i mai spenti sentimenti di indipendenza. Il 1848 porta in paese fremiti di entusiasmo patriottici: infatti volarono delle schioppettate contro i soldati del Re delle Due Sicilie; il più attivo patriota fu Don Vincenzo De Laurenzi che fu processato per essersi opposto alla tirannia e all’oscurantismo borbonico.

Il canonico Giuseppe Lice, sacerdote, fu un altro illustre patriota e pensatore e collaborò a Catanzaro con Luigi Settembrini alla fondazione della "Giovane Italia", movimento fondato dal Mazzini, che raccoglieva tra le sue fila i migliori italiani.

Il fratello Nicola fu un volontario garibaldino e partecipò alle battaglie del Volturno, di Caserta e di Capua.