L'autore immagina, nella sua mente, il viaggio di una giovane donna, che emigra in una terra lontana, e ne descrive i particolari. Il giovane che l'aveva amata, pur rimanendo nel paesello natio, ne sogna il ritorno, prima che giunga l'ora del tramonto.

 

 

IL TORMENTATO VIAGGIO

 

A te che partisti e non tornasti,

Quando tu partisti, io rimasi nel nostro paesello natio

 

            ti ricordi quella sera prima che tu ti allontanassi;

            eri molto triste, salutasti amici e parenti,

            con le lacrime agli occhi.

 

Quell'ultima notte che trascorresti

nella tua casetta e nel tuo lettino,

sotto la tua finestra, a suon di musica,

qualcuno fece giungere, dal suo cuore,

il dolce canto nel cuor tuo.

 

            Non dormisti quella notte!

            Sognasti grandi palazzi e strade lunghe e larghe,

            ed una giostra di luci, e colui che rimaneva nel piccolo paese,

            che ti amava e pensava.

            L'indomani, all'alba, il cielo era coperto da innumerevoli           nuvole,

            con qualche piccola pioggia, in segno di malinconia.

            Un'autovettura ti aspettava nella strada deserta,

            e ti portava via alla vicina stazione,

            accompagnata da pochi parenti.

 

Voltasti il tuo capo dorato, l'ultima volta dal Santuario,

per rivedere ancora il tuo piccolo paese addormentato

in mezzo al verde degli ulivi e dei castagni.

 

            Il treno, singhiozzando, ti aspettava nella vicina stazione,

            t'infilasti dentro e sparisti in quella lunga galleria buia,

            facendo perdere l'ombra del tuo sorriso.

 

Raggiungesti la terra lontana,

la grande città e le strade lunghe e larghe,

che avevi sognato, dimenticando colui che è rimasto

nel paesello, povero ma bello.

 

            Ora, con gli enormi sacrifici affrontati nella terra lontana,

            ti sei costruita una bella casetta,

            con il giardino intorno;

            non pensi più a nessuno, sei contenta, sei felice, non lo so!

 

Io sono rimasto dove mi lasciasti, nel paesello

dove nascemmo e passeggiammo insieme,

nei vicoletti dove, per la prima volta, con amor sincero,

ci demmo il primo bacio del primo amor!

 

            Il cuor mio si mise un pò in pace,

            dopo che tu ti allontanasti.

            Anch'io ho costruito una casetta, pietra su pietra,

            in mezzo al verde degli ulivi e dei castagni;

            di fronte ci sono le nostre colline,

            che, una volta l'anno, si riempiono di luci

            e formano una collana luminosa.

 

Il tempo trascorre ineluttabile e velocemente

- e non vorrei - prima che giungesse la fine

del nostro cammino,

non poter riabbracciare te,

che partisti e non tornasti.

 

Pentone 1983