UN VIAGGIO A TORONTO PER INCONTRARE

I NOSTRI CONCITTADINI


 

Incontro con i Pentonesi emigrati.

Da sinistra il cerimoniere Saverio Capicotto, la presidentessa della festa Madonna di Termine Lina Pugliese, il sindaco Alfio Riccelli.

 

Messaggio di circostanza pronunciato nella ricorrenza della festività del 24 novembre 2001 a Toronto dal Cerimoniere Comunale di Pentone Saverio Capicotto ai suoi concittadini emigrati.

 Carissimi ed amatissimi tutti,

 

 consentitemi di dire due sole parole: da sempre ho sognato questo grande giorno di essere in mezzo a voi in questa grande città con il mio cuore trepidante pieno di gioia e di felicità.

         

            Per tutto ciò debbo ringraziare la signora Lina Pugliese Presidentessa della Madonna di Termine qui a Toronto, il signor Sindaco Alfio Riccelli e l’amico Assessore alla Comunità Montana Mario Marino che mi hanno invogliato di salire per la prima volta su un aereo per festeggiare insieme a voi questo giorno solenne che sarà sicuramente indimenticabile.

 E’ questa occasione di sentire ambo le parti i nostri cuore che pulsano di gioia, d’amore, di affetto e di felicità immensa.

 

 Ho amato sempre il nostro paesello povero ma bello in mezzo al verde e agli ulivi ed ai castagni, decantato dai poeti vicini e lontani. Ho descritto in parte tutto ciò che vi è avvenuto dalla nascita in poi con Pentone, fatti, uomini, tradizioni (1983); Pentone cronache, poesie, proverbi e modi di dire (1984); la voce del cuore – Poesie (1988); e quella ultima a fine millennio Avvenne a Pentone (1999).

 

 Opere che certamente avrete già avuto occasione di leggere anche perché sono state inserite su internet. Per quanto sopra detto la Giunta Municipale di Pentone ha conferito al sottoscritto l’onorificenza di “cerimoniere comunale” per aver accresciuto e preservato le tradizioni popolari.

 

 Carissimi, che partiste e non tornaste, dal 1948 dopo la seconda guerra mondiale ho sempre assistito, con il pianto nel cuore, allo svuotamento del nostro paese da parte di voi tutti e di tanti che non sono più in mezzo a noi. Anch’io nel passato avrei voluto imbarcarmi su di una nave, o prendere il volo su di un aereo, non è stato possibile.

 

 D’altra parte qualcuno doveva pur rimanere nel piccolo paesello per dare una mano a quello che c’era da fare. Allor quando vinsi un concorso per infermiere, assistei l’umile ed il potente, il ricco ed il povero, missione svolta per ben trentacinque anni. Che dirvi del nostro paesello che avete lasciato col pianto nel cuore con tutti gli affetti cari e le nostre tradizioni popolari?

 

 Grazie ai vari governi che si sono succeduti ed ai nostri amministratori tesi a risollevare dalla miseria ed agevolare varie opere pubbliche, facendo a gara per far rifiorire sempre di più il suddetto paesello. E per concludere queste poche parole che escono dal profondo del cuore auguro a voi tutti di seguire con spirito di sacrificio la strada intrapresa in questa terra benefica dando sempre frutti più maturi, esortandovi a non mai dimenticare la vostra amata terra che vi vide nascere e crescere.