6agosto 1950


Festeggiare in cielo 75 anni ed oltre di amore con la A maiuscola si può!? …
Vorrei poterlo chiedere al Mastro di chiavi dell’altra dimensione, qualora esista, o direttamente agli interessati dalla ricorrenza, cioè a dire i miei genitori: Annetta ed Antonio.
“Siamo l’educazione che abbiamo ricevuto”;
qualcuno, un importante sociologo o psicologo,
così ha sottolineato…Ecco che partono quindi i ringraziamenti per come avete modellato il mio vaso, leggi spirito, per come mi avete porto al mondo, per come mi avete presentato e spiegato il mondo:
con la leggerezza, l’intelligenza ed il sentimento
di chi vuole creare, esaltare, mantenere, trasmettere bellezza, di chi è consapevole che il mestiere più difficile è quello del genitore, ma è lo stesso che ti consente di rimanere paradossalmente determinante ed immortale nel cuore dei propri figli, soprattutto se svolto come natura e sovrannaturale comandano.
Abbiamo dispensato consigli ed elucubrazioni gratuite, noi che non disponiamo più dei loro sorrisi, delle loro voci, delle loro discrete e ritempranti carezze, delle loro telefonate puntuali o random, preoccupate, della loro saggezza antica e delle loro formule risolutive buone per ogni problema che la vita comporta…;
noi, passati nostro malgrado sotto la forca caudina del dolore, abbiamo suggerito ai nuovi orfani la cura del tempo, il cui trascorrere lenisce e ricopre d’una patina di, difficile chiamarla rassegnazione, optiamo per accettazione, consapevolezza…;
noi, ingigantiti nell’anima dai sedimenti dell’esistere, possiamo tranquillamente affermare come siano il ricordo devoto e la gratitudine, l’unica ed insostituibile valuta pregiata con cui ripagare, finché ci è consentito, tutto l’amore di cui siamo stati bersaglio.
Dei miei ammiravo la capacità di affrontare le ambasce ordinarie sempre con un confronto
costruttivo e paritario, sempre con il dono incommensurabile dell’ironia e dell’autocritica,
sempre con l’obiettivo principale del benessere e d’una consolidata o, comunque migliorabile, armonia familiare, a prescindere dai decibel in vertiginoso aumento, il più delle volte in cucina, alla sera, nel momento dei consuntivi quotidiani, dell’immancabile stridio degli attriti dei caratteri, colonna sonora del cammino condiviso fianco a fianco, anno dopo anno.
Il diamante simboleggia la purezza e lo splendore della trasparenza, della luce inondante ogni direzione, la capacità di ricevere
e di moltiplicare grazia e stupefazione …
Immagino i miei in un luogo onirico, probabilmente un giardino, a disquisire pacatamente di tutto lo scibile universale,
di tutto il male che affligge la loro vecchia,
terrena realtà…anche con risvolti ed esposizioni
di chiara matrice politica.
Immagino mia madre rapita dalla sontuosità e dal profumo dei fiori alieni, mio padre, avvolto da sbuffi azzurrognoli dell’ennesima sigaretta, mentre ripete a denti stretti un mantra in lingua latina …
Li immagino a festeggiare umilmente, discretamente, con la misura ed il garbo del ceto medio d’una volta, questa in apparenza piccola, insignificante tacca sulla corteccia dell’infinito, ma che per il vergante e qualche altro fortunato consanguineo assume la forza, la valenza e la potenza di un Quasar …
Gioisco della serenità che trapela dai loro tratti:
la avverto su di me come una pioggia che, dopo
troppa arsura, regala freschezza e vita rinnovata, oltreché odore inebriante di erba bagnata.
Ringrazio l’ordine delle cose per avermi dato
simili profonde radici, simili altissime e nitidissime stelle, simili affascinanti ed indimenticabili esempi di adamantina
sensibilità e passione.
Auguri Bossi!

                                Guido Capilupi

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