La Famiglia

PREGHIERA

O mamma

che volasti in cielo

e ci lasciaste sulla terra

col pianto nel cuore.

                        Ci lasciaste uniti

                        e ora siamo

                        disuniti.

Prega dall’alto

e fai che il tuo nido

si ricomponga.

                        Raccogliendo i tuoi

                        figli sparsi

                        nel mondo.

Pentone, 16 agosto 1985 – h. 14.30

A MAMMA E PAPA’

O mamma

e papà

                        che partiste un giorno

                        senza ritorno.

Ci lasciaste in un mare

che non sapevamo navigare

                        Seguimmo lungo il cammino

                        l’esempio del Vostro viaggio terreno.

Non ci abbandonammo

nel percorso se pur faticoso

                        Perchè apprendemmo

                        ad amare e rispettare

Le creature umane.

Pentone, 20 giugno 1986 – h. 12.00

QUEL SOLE TIEPIDO DI SETTEMBRE

Mi affacciai quella

mattina sulla terra

col sole tiepido di settembre

                        Incominciai a percorrere

                        il sentiero della mia vita.

Non fu tanto facile

attraversarlo, perchè tanti sassi

sbarravano il passo;

                        Tutti non potevano

                        essere tolti che tanti

                        altri se ne aggiungevano,

Perchè qualcuno

doveva rimanere.

Pentone, 16 ottobre 1986 – h. 10.00

RIMO AGOSTO “AL 15° COMPLEANNO

DI MARIA CONCETTA CAPICOTTO”

Primo agosto

sei tornato

e quindicianni

sono passati.

                        Il lieto evento

                        avvenne allora

                        col primo fior

                        del nostro amor

mamma e papà

ti strinsero al petto

prima gioia

dei nostri cuori.

a Maria Concetta

il tuo papà

Pentone, 10 agosto 1986 – h. 10.00

IL TERNO DI QUELLA SERA

In fretta arrivasti

e poi partisti

portando via Maria Concetta.

                Lacrime versammo

                e un grande vuoto

                nei nostri cuori rimase.

Notte insonne passammo

quella sera che nella casa

un grande vuoto c’era

                L’indomani:

                il telefono squilla

                la voce è chiara e perfetta

                è di Maria Concetta

Il cuor nostro si rallegra

e nella casa si crea

un’altra atmosfera.

Pentone, 20 luglio 1986 – h. 21.30

LA MIA GUGLIELMINA

La mia Mina

con gli occhioni

lampeggianti

                        e con i lunghi

                        capelli castani

                        sembra una fatina.

Con il suo tocco

magico i soldini

non gli mancano mai,

                        Frugando

                        nelle tasche di

                        mamma e papà.

Comprando cioccolatini

distribuendoli ai

bambini.

Pentone, 20 aprile 1987 – h. 15.00

A PAOLA, LA MIA BIONDINA

A te, Paolina

che ti svegli

ogni mattina,

                        Piccola mia biondina

                        che fai sempre la biricchina,

scappi sempre

nella stradina

a incontrar la Valentina.

                        Giri e rigiri con l’amichetta

                        e non fai mai il pranzo perfetto.

Stanca di aver

girato sempre in fretta,

ti addormenti come un angioletto!

Catanzaro, 10 luglio 1984 – h. 12.00

IL NIDO DISTRUTTO

L’avevate costruito

con tante pagliuzze

                        coronando col

                        fiore più bello

Frutto del Vostro amore

gioia dei Vostri cuori.

                        All’improvviso nel ciel

                        sereno una nuvola nera

Spazzava quei raggi luminosi

lasciando nel buio quel fiorellino.

Catanzaro, 10 marzo 1987 – h. 5.00

NATALE

Natale sei tornato

e i nostri cuori

si sono illuminati.

                        Il Presepe è allestito

                        e tutti intorno

                        alla tua grotta

                        siamo uniti.

Suoni e canti

ti dedichiamo

a te Bambino

caro.

                        Ricordando le

                        feste di allor

                        con i nostri

                        genitor.

Pentone, 24 dicembre 1986 – h. 17.00

UNA MAMMA

La mamma

che nella notte

stringe nel petto

il suo figlioletto.

                        Lo nutre

                        col suo latte

                        portandolo al mondo

                        come un tesoro,

pensando sempre

a un futuro

migliore.

Pentone, 15 novembre 1987 – h. 23.20

UN VIAGGIO SENZA RITORNO

Me ne andrò

e non tornerò,

lascerò un cuore

che batterà per me,

                        affinchè la terra

                        accetterà i miei semi,

                        e quando non li

                        accetterà, la pianta non rifiorirà.

Pentone, 3 marzo 1988

LA VETTA

Nel faticoso

tuo cammino

sei salita sulla vetta,

                        conquistando il titolo

                        da te desiderato,

                        i tuoi cari si uniscono

a te augurandoti di

salire ancora gli aspri

sentieri di questo mondo.

A Maria Concetta

      “papà”

Pentone, 15 giugno 1989

LA NOTTE SANTA

L’artistico presepe

era stato allestito

e intorno c’eravamo

riuniti.

                        Canti e suoni

                        avevamo intonati

                        per render più bella

                        la sacra serata.

Il cenone avevamo

consumato e da mia

sorella c’eravamo

recati.

                        Intuimmo che nella

                        nostra casa qualcosa

                        era successo, un

                        fuoco imprevisto.

Distruggeva le cose

più care, accorsero

vicini e lontani

a dare una mano.

                        Per salvare il tetto

                        coniugale.

Pentone, 30 dicembre 1992

LA LUCE

Non ti fa cieca

la luce, che dà il

suo splendore, e il

suo calore,

                        ma il fabbricar

                        delle coperte con

                        l’uncinetto,

                        che stringi sempre

                        nel tuo petto.

Pentone, 24 maggio 1996

CATANZARO 8 OTTOBRE 1999

 E’ nata Francesca

All’alba alle ore sei e venti,

mentre che il sole spuntava e dava il suo calore,

nell’Ospedale Arnaldo Pugliese di Catanzaro,

Guglielmina dà alla luce

una bella bambina di nome Francesca.
Nell’attesa del dolce evento

erano presenti dietro le quinte,

Papà Vincenzo, Nonna Francesca, gli Zii Paola e Valente.

Mentre da vicino seguiva trepidante

la Zia Maria Concetta.

Nonno Saverio da Pentone impaziente

nell’aria fresca riceve per primo l’annuncio

che è nata Francesca.

Si festeggia il grande evento,

con l’arrivo dei parenti coronato di abbracci,

sorrisi, pianti, pasticcini, fiori e baci.

                                                                                              IL NONNO SAVERIO

IL DUEMILA

L’anno duemila

si avvicina e la barca

va in rovina.

                        Era stata costruita

                        con tanto affetto

                        e lucifero la vuole

                        distruggere senza

                        rispetto.

D’aldilà qualcuno

protesta, ma la tempesta

annunciata

non può essere placata.

Pentone, 14 novembre 1999

NOVEMBRE 21 2002

E’ nato Giuseppe

primo nipote

di sesso maschile

Alle ore 0:55 nella notte profonda del mese di novembre

Guglielmina ha dato alla luce

Un bel bambino chiamato di

Nome Giuseppe

Era presente l’intera equipe nonché

Papà Vincenzo e la zietta Maria Concetta.

Il lieto evento è avvenuto

Nell’ospedale Arnaldo Pugliese

Sopraggiungevano i cari parenti all’avvenuto

Suddetto evento.

Tutti intorno alla sua culletta si sono riuniti

Per assaporare la gioia che Dio

Aveva dato.

La felicità è stata immensa

E per giubilare l’occorrenza

La pioggia scendeva lentamente.

Pentone 21 Novembre 2002

                                    Il nono

I NUNNI MEJI

I nunni meji se chiamavanu

Saveri e Paravagghju

E Micuzzu e Cancilleri

                Jianu e venianui

                Du Brasile u si potianu

                Fravicare a casicela

Saveri sa fravicau

Suttu u jardinu,

Micuzzu allu timpune da sala

                Quannu mecchiaru

                Ammia mi toccau

                U me curcu cu Micuzzu

                Ca l’era morta a mugghjeera

E figghje sberte

u me tenanu cuntentu

mi dicianu ca quannu

mora l’u tata

u vurzune u lassava dammie

                ma chi vaje e dire

                calla fine da vindigna

                mi dazuru sulu na tabacchera

                cancora mi ne pigghju na pizzicata

Però na cosa l’aju e dire

U tata Micuzzu unnera ncamatu

Ca quannu se pagava alla posta

Alli neputelli soi ancuna lira

Na dunava

                U vinu a tutti i dui,

                Saveri e Micuzzu

                Ulli piacia ca quannu

                Se iuncianu cull’amici

                Ficianu sciaqua rosa

                E vivagnese

Pentone, 6 gennaio 2003

UN VIAGGIO A TORONTO PER INCONTRARE

I NOSTRI CONCITTADINI

Incontro con i Pentonesi emigrati.

Da sinistra il cerimoniere Saverio Capicotto, la presidentessa della festa Madonna di Termine Lina Pugliese, il sindaco Alfio Riccelli.

Messaggio di circostanza pronunciato nella ricorrenza della festività del 24 novembre 2001 a Toronto dal Cerimoniere Comunale di Pentone Saverio Capicotto ai suoi concittadini emigrati.

 Carissimi ed amatissimi tutti,

 consentitemi di dire due sole parole: da sempre ho sognato questo grande giorno di essere in mezzo a voi in questa grande città con il mio cuore trepidante pieno di gioia e di felicità.

            Per tutto ciò debbo ringraziare la signora Lina Pugliese Presidentessa della Madonna di Termine qui a Toronto, il signor Sindaco Alfio Riccelli e l’amico Assessore alla Comunità Montana Mario Marino che mi hanno invogliato di salire per la prima volta su un aereo per festeggiare insieme a voi questo giorno solenne che sarà sicuramente indimenticabile.

 E’ questa occasione di sentire ambo le parti i nostri cuore che pulsano di gioia, d’amore, di affetto e di felicità immensa.

 Ho amato sempre il nostro paesello povero ma bello in mezzo al verde e agli ulivi ed ai castagni, decantato dai poeti vicini e lontani. Ho descritto in parte tutto ciò che vi è avvenuto dalla nascita in poi con Pentone, fatti, uomini, tradizioni (1983); Pentone cronache, poesie, proverbi e modi di dire (1984); la voce del cuore – Poesie (1988); e quella ultima a fine millennio Avvenne a Pentone (1999).

 Opere che certamente avrete già avuto occasione di leggere anche perché sono state inserite su internet. Per quanto sopra detto la Giunta Municipale di Pentone ha conferito al sottoscritto l’onorificenza di “cerimoniere comunale” per aver accresciuto e preservato le tradizioni popolari.

 Carissimi, che partiste e non tornaste, dal 1948 dopo la seconda guerra mondiale ho sempre assistito, con il pianto nel cuore, allo svuotamento del nostro paese da parte di voi tutti e di tanti che non sono più in mezzo a noi. Anch’io nel passato avrei voluto imbarcarmi su di una nave, o prendere il volo su di un aereo, non è stato possibile.

 D’altra parte qualcuno doveva pur rimanere nel piccolo paesello per dare una mano a quello che c’era da fare. Allor quando vinsi un concorso per infermiere, assistei l’umile ed il potente, il ricco ed il povero, missione svolta per ben trentacinque anni. Che dirvi del nostro paesello che avete lasciato col pianto nel cuore con tutti gli affetti cari e le nostre tradizioni popolari?

 Grazie ai vari governi che si sono succeduti ed ai nostri amministratori tesi a risollevare dalla miseria ed agevolare varie opere pubbliche, facendo a gara per far rifiorire sempre di più il suddetto paesello. E per concludere queste poche parole che escono dal profondo del cuore auguro a voi tutti di seguire con spirito di sacrificio la strada intrapresa in questa terra benefica dando sempre frutti più maturi, esortandovi a non mai dimenticare la vostra amata terra che vi vide nascere e crescere.

UN VIAGGIO A TORONTO PER INCONTRARE

I NOSTRI CONCITTADINI

Incontro con i Pentonesi emigrati.

Da sinistra il cerimoniere Saverio Capicotto, la presidentessa della festa Madonna di Termine Lina Pugliese, il sindaco Alfio Riccelli.

Messaggio di circostanza pronunciato nella ricorrenza della festività del 24 novembre 2001 a Toronto dal Cerimoniere Comunale di Pentone Saverio Capicotto ai suoi concittadini emigrati.

 Carissimi ed amatissimi tutti,

 consentitemi di dire due sole parole: da sempre ho sognato questo grande giorno di essere in mezzo a voi in questa grande città con il mio cuore trepidante pieno di gioia e di felicità.

            Per tutto ciò debbo ringraziare la signora Lina Pugliese Presidentessa della Madonna di Termine qui a Toronto, il signor Sindaco Alfio Riccelli e l’amico Assessore alla Comunità Montana Mario Marino che mi hanno invogliato di salire per la prima volta su un aereo per festeggiare insieme a voi questo giorno solenne che sarà sicuramente indimenticabile.

 E’ questa occasione di sentire ambo le parti i nostri cuore che pulsano di gioia, d’amore, di affetto e di felicità immensa.

 Ho amato sempre il nostro paesello povero ma bello in mezzo al verde e agli ulivi ed ai castagni, decantato dai poeti vicini e lontani. Ho descritto in parte tutto ciò che vi è avvenuto dalla nascita in poi con Pentone, fatti, uomini, tradizioni (1983); Pentone cronache, poesie, proverbi e modi di dire (1984); la voce del cuore – Poesie (1988); e quella ultima a fine millennio Avvenne a Pentone (1999).

 Opere che certamente avrete già avuto occasione di leggere anche perché sono state inserite su internet. Per quanto sopra detto la Giunta Municipale di Pentone ha conferito al sottoscritto l’onorificenza di “cerimoniere comunale” per aver accresciuto e preservato le tradizioni popolari.

 Carissimi, che partiste e non tornaste, dal 1948 dopo la seconda guerra mondiale ho sempre assistito, con il pianto nel cuore, allo svuotamento del nostro paese da parte di voi tutti e di tanti che non sono più in mezzo a noi. Anch’io nel passato avrei voluto imbarcarmi su di una nave, o prendere il volo su di un aereo, non è stato possibile.

 D’altra parte qualcuno doveva pur rimanere nel piccolo paesello per dare una mano a quello che c’era da fare. Allor quando vinsi un concorso per infermiere, assistei l’umile ed il potente, il ricco ed il povero, missione svolta per ben trentacinque anni. Che dirvi del nostro paesello che avete lasciato col pianto nel cuore con tutti gli affetti cari e le nostre tradizioni popolari?

 Grazie ai vari governi che si sono succeduti ed ai nostri amministratori tesi a risollevare dalla miseria ed agevolare varie opere pubbliche, facendo a gara per far rifiorire sempre di più il suddetto paesello. E per concludere queste poche parole che escono dal profondo del cuore auguro a voi tutti di seguire con spirito di sacrificio la strada intrapresa in questa terra benefica dando sempre frutti più maturi, esortandovi a non mai dimenticare la vostra amata terra che vi vide nascere e crescere.

UN VIAGGIO A TORONTO

Quel grande aereo

nella bella città

di Toronto mi portò,

e tante luci accese

videro gli occhi miei,

la mia gente in

quel paradiso

incontrai,

e piena di affetto

e generosità,

accolserò me.

Dalla sua terra

natale, messaggi,

saluti e baci,

portai a loro,

applausi, urli

di gioia, e strette

di mano, al

cerimoniere

furono date.

La gran serata

fu consumata,

a suon di musica,

canti, balli

e tavolata.

Conservandomela

sempre nel cuore

con immenso amore.

Pentone, novembre 2002

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